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La crescita in accumulo e la crescita in compound nel trading algoritmico sono due concetti fondamentali per gestire i propri trading system. Sebbene possano sembrare simili a prima vista, hanno implicazioni molto diverse sia sulla crescita del capitale che sulla gestione del rischio. Capirne la differenza e saperla applicare nelle differenti letture dei risultati degli algoritmi è di primaria importanza per poter scegliere il robot di trading più adatto alle proprie esigenze.
L’accumulazione è un metodo semplice di somma dei guadagni o delle perdite nel tempo. In questo approccio, ogni contributo (che può essere un guadagno o una perdita) viene aggiunto al totale corrente, senza considerare l’effetto degli interessi composti.
Immaginiamo un trader che inizi con un capitale iniziale di 10.000 euro e guadagni 1.000 euro ogni mese attraverso le sue operazioni di trading. Usando la somma cumulata, i guadagni nel tempo si calcolano semplicemente sommando 1.000 euro ogni mese.
Dopo un anno, il capitale del trader sarà cresciuto a 22.000 euro.
Il compounding è un metodo che tiene conto dell’effetto degli interessi composti, ovvero la pratica di reinvestire i guadagni per generare ulteriori guadagni. Nel compounding, ogni guadagno viene aggiunto al capitale totale e i guadagni futuri vengono calcolati sul nuovo totale.
Immaginiamo un trader che inizi con un capitale iniziale di 10.000 euro e guadagni il 10% ogni mese.
Dopo un anno, il capitale del trader sarà cresciuto a circa 31.384 euro.
Per mettere in pratica la differenza tra capitalizzazione composta e somma cumulata, nella gestione di un trading system, dobbiamo agire sui profitti e le perdite. Nel caso in cui si voglia mettere in pratica il compounding dobbiamo lasciare che l’algoritmo operi con i profitti o le perdite generate precedentemente per un arco temporale molto ampio. Parliamo di un orizzonte temporale che va dall’anno ai 5 anni. Nel caso in cui si voglia mettere in pratica la somma cumulata si dovranno prelevare i profitti o compensare le perdite con una alta frequenza. Partiamo da un minimo di una settimana ad un massimo di 2 mesi.
Per comprendere meglio le differenze tra somma cumulata e compounding, esaminiamo come questi metodi possano influenzare i risultati di un portafoglio di trading in vari scenari di mercato.
La scelta tra somma cumulata e compounding dipende anche dalla tolleranza al rischio del trader. Il compounding, sebbene potenzialmente più redditizio, comporta un rischio maggiore, poiché ogni guadagno o perdita influenza i rendimenti futuri. La somma cumulata, essendo un metodo più lineare, offre una maggiore stabilità e prevedibilità, ma con rendimenti inferiori.
Consideriamo un sistema di trading algoritmico che utilizza una strategia di mean reversion, dove il capitale iniziale è di 10.000 euro. Il sistema genera un rendimento medio mensile del 5%.
Come possiamo vedere, il compounding ha prodotto un risultato significativamente migliore rispetto alla somma cumulata.
La differenza tra somma cumulata e compounding nel trading algoritmico è sostanziale e ha un impatto significativo sui risultati di investimento. La somma cumulata, con la sua semplicità e prevedibilità, è adatta per trader con una bassa tolleranza al rischio e che cercano stabilità. Il compounding, d’altra parte, sfrutta l’effetto degli interessi composti per massimizzare i rendimenti a lungo termine, ma comporta un rischio maggiore. La scelta tra somma cumulata e compounding dovrebbe riflettere gli obiettivi di investimento del trader. In definitiva, comprendere le differenze tra questi due approcci e come applicarli in diversi scenari di mercato è essenziale per un trading algoritmico di successo. Sia la somma cumulata che il compounding hanno i loro vantaggi e svantaggi, e la scelta del metodo giusto dipende dalle specifiche esigenze e obiettivi del trader.
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I grafici presenti in questo articolo sono generati con l’ausilio di un’intelligenza artificiale e sono concepiti esclusivamente a scopo illustrativo e didattico. I dati rappresentati non fanno riferimento a situazioni, eventi o performance reali, bensì a scenari ipotetici e plausibili.
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